Delft è anche conosciuta e visitata per la sua fiera annuale d'arte e antiquariato e per avere dato i natali al grande pittore Vermeer, che qui nacque e passò quasi tutta la sua vita, usando il centro della città come fonte di ispirazione. Con i suoi canali ombreggiati dagli alberi, e le sue case dalle facciate a gradoni, i ponti e i negozi che vendono ceramiche e gli innumerevoli scorci da cartolina, la visita a Delft vi lascerà un vivo ricordo. La ceramica di Delft ha quindi una lunga tradizione. Tra il 1600 ed il 1800, la città era uno dei luoghi di produzione di ceramica pù importanti d’Europa. I prodotti di Delft sono stati esportati nel mondo per oltre 400 anni e questo stile di produzione della porcellana è ancora famoso nel mondo. La Fabbrica reale di porcellana (Koninklijke Porceleyne Fles), nata a Delft nel 17˚ secolo, è l’unica rimasta tra le case produttrici originali. Fino al 16˚ secolo, solo le famiglie ricche potevano permettersi di comprare stoviglie di questo materiale. All’inizio del 1600, gli olandesi conobbero la porcellana importata dalla Cina; divenne così popolare che i produttori olandesi, per non perdere i loro clienti, si misero ad imitarne lo stile. Così nacque la porcellana blu di Delft. In questo caso sono stati gli Europei a copiare i cinesi, e grazie a loro, la porcellana blu è diventata un prodotto tipico di questa cittadina.
Una delle aziende più famose della città è la Royal Delft che produce tradizionalmente e artigianalmente la tipica e conosciutissima ceramica dal colore blu, l’unica ed essere rimasta in vita oggi tra le tante sorte nel XVII° secolo, tanto da assorbire quelle minori. Nel 1909 è divenuta una S.p.A., dal 1954 è quotata in borsa. La colorazione tipica si ottiene per effetto della reazione chimica con l’ossido di cobalto durante la cottura che avviene in due tempi entro le 24 ore compreso il raffreddamento. Dalla materia prima infatti si realizza il pezzo versando il liquido che poi si solidifica, creando il biscotto, su cui si dipinge (in quel momento avrà colore nero) poi si smalta per proteggerele incisioni e dopo la 2° cottura diviene blu. Poi esiste anche la tecnica del trasferimento dell’immagine, chiamata anche transfer o della decalcomania. Gli oggetti decorati con questa tecnica si differenziano rispetto a quelli dipinti a mano perchè hanno un colore meno intenso e comunque dietro riportano la marca delft blauw.
In realtà la composizione sia della materia prima (argilla liquida contenente kaolino, gesso feldespari e quarzo) che della pittura e degli additivi è un segreto di produzione. Ogni oggetto viene attentamente analizzato da un esperto e solo se non ha imperfezioni potrà essere definito ceramica di prima qualità, c’è anche un rigoroso controllo qualità dello smaltato che costituisce un velo di protezione. Le ceramiche con piccolissime imperfezioni o di seconda scelta sono riconoscibili da un graffio sul marchio di produzione e un adesivo verde e sono vendute con un 25% di sconto. Le realizzazioni completamente rovinate si rompono in cocci e sono vendute al Kg. ai collezionisti.. insomma non si butta proprio niente....